lunedì 23 febbraio 2009

Casini rilancia al centro: «Verso il partito della Nazione"

TODI - Il terremoto nel Pd apre nuovi varchi all'ipotesi di un centro moderato. Pier Ferdinando Casini lo sa e mette di fronte all'Udc l'obiettivo di una nuova formazione politica di cui si è parlato a Todi, al seminario della Fondazione Liberal. C'è già anche indea di nome, o quantomeno di ispirazioen: il partito della nazione. «La terza Repubblica - dice Casini chiudendo il convegno- nasce all'insegna dell'unitá della nazione e il progetto del partito della nazione nasce all'insegna della soluzione dei problemi del Paese fuori dalla demonizzazione dell'avversario». Che, dice, aiuta Berlusconi: «Oggi i più grandi alleati di Berlusconi sono Di Pietro e Travaglio, che consentono a Berlusconi di non rispondere ai cittadini che non arrivano a fine mese, mentre noi dobbiamo chiedere a Berlusconi di portare agli italiani il suo rendiconto di metá legislatura sulle cose concrete. Dobbiamo fare il partito della nazione. questa è l'espressione che a me piace, in un Paese che deve recuperare il senso identitario del proprio cammino»

OLTRE IL BIPARTITISMO - Al di là deelle definizioni, a cosa punta Casini? A raccogliere una fetta di eventuali fuoriusciti del Pd? Spiega: non sarà una nuova «Margherita» e neanche un centro che abbia un percorso predeterminato con uno «strabismo a sinistra», ma un progetto «alto» all'insegna dell'unità della Nazione e nel suo esclusivo interesse. Ma in concreto? Il primo obbiettivo è smontare il bipartitismo. «Il principale errore di Veltroni- dice - a cui non sono attribuibili tutti gli errori del Pd, è stato quello di accettare di essere il contraddittore di comodo di Berlusconi che ha una potenza di fuoco senza eguali». Casini ammonisce: «Il bipartitismo senza partiti, e lo testimonia in queste ore il Pd, è finito con l'errore di credere che la sommatoria di forze possa costituirne l'identità. E invece l'identità ci vuole e non bisogna rinnegarla, insieme alle proprie radici 'che non sono un impicciò». Quindi punta anche al Pdl, dove immagina che un dopo berlusconi apra enormi crepe nell'unità apparente di oggi. «Le contraddizioni ci sono e s'incaricheranno le intemperie politiche di farle emergere». L'obiettivo è puntato anche verso imprese e associazionismo. Il richiamo di Montezemolo «è il nostro - dice Casini - mettere al centro i problemi dell'Italia vera variabile politica è anche il nostro richiamo».

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