martedì 3 marzo 2009

SULLA PEDONALIZZAZIONE DI TREVISO, IL MIO EDITORIALE SU TRIBUNA DI TREVISO


Tutto quello che permette di fruire meglio delle aree di pregio della città è bene accetto e da sostenere. Questo potrebbe valere anche per il progetto dell’assessore Zanini, cioè l’idea di far partire un’altra ondata di chiusure o limitazioni al traffico, a cominciare dalla Riviera Garibaldi. A condizione di dare una risposta chiara a qualche domanda: limitare il traffico per fare cosa? E come si sposa la chiusura delle strade, a cominciare con la Riviera, con il mega parcheggio interrato in Piazza Vittoria, tanto più se, come dice Zanini, si dovrà arrivare anche alla pedonalizzazione completa della vicina Piazza Duomo?
Le domande tendono a sottolineare una cosa banale: l’idea di città non può marciare e svilupparsi attraverso interventi estemporanei. Serve, lo si ripete da tempo, un progetto di città che sia complessivo.
Treviso non è più il paesotto di 20 anni fa. Non solo le condizioni sono mature per cominciare a immaginarsi come uno spicchio metropolitano; ma abbiamo due gravi problemi da affrontare e risolvere urgentemente: la mobilità caotica e l’inquinamento dell’aria. Quest’ultima cosa, il deterioramento di quello che noi e i nostri figli respiriamo ogni giorno, è una emergenza di salute pubblica. E meriterebbe una attenzione particolare. Ma anche su questo fronte si procede per piccoli provvedimenti, piccoli e parziali blocchi. Senza una visione organica.
Chi deve decidere che cosa debba essere il centro storico, se un autodromo, un parcheggio, una isola pedonale, un tesoretto da valorizzare, spetta alla politica cittadina, attraverso il confronto non solo con le categorie economiche, ma anche con i cittadini.
Ci sono tante opzioni sul tavolo: c’è chi pensa che sarebbe giusto portare i centri commerciali dentro ai centri storici, c’è chi sostiene di dover valorizzare invece il piccolo commercio locale, c’è chi pensa ad un centro tutto pedonalizzato. Che strada prenderemo noi a Treviso?
Torno allora alla domanda di partenza: perché pedonalizzare Riviera Garibaldi? Solo per accogliere una vecchia richiesta di Fondazione o perché alle spalle c’è un pensiero su come vorremmo far fruire, anche socialmente, il nostro capoluogo?
Un buon punto di partenza, come metodo, sarebbe recuperare, sul piano della mobilità, lo slancio, pur solo abbozzato, che caratterizzò l’ultima amministrazione con Sindaco Gentilini. Quando cioè si cominciò a prendere misure organiche con l’adozione del Piano urbano del Traffico. Fare due anelli di circolazione e invertire qualche senso di marcia in città, ovviamente, non è abbastanza. Lo sapeva e lo diceva anche il progettista del Put, lo disse chiaramente lo stesso Gentilini. Da allora, però, si è fermato tutto: non si parla più di metropolitana di superficie, di razionalizzazione e implementazione del trasporto pubblico (anche di quello provinciale) e soprattutto non si sta conducendo vera battaglia contro l’inquinamento atmosferico, di cui le macchine sono i principali responsabili.
Nel frattempo, malgrado la proposta di Vittorio Zanini fosse una occasione ghiotta per aprire un dibattito vero e serio, utile per un salto di qualità, è apparsa all’interno della maggioranza una specie di voglia di frenata, come se il tema non fosse una delle priorità di questo mandato amministrativo.
Immagino che il timore sia quello di pestare i piedi a questi o a quei residenti, a questo o a quel commerciante. Ma vincere questo ricatto elettorale, che la politica si fa da sola, è lo scatto riformatore che serve per governare e dare futuro a Treviso.
Complicato o no che sia, è arrivato il tempo delle scelte: parcheggi dentro o fuori le mura, città pedonalizzata o solo a traffico limitato, aria solo ripulita di tanto in tanto o vera guerra all’inquinamento che ci avvelena.
Sono, sfido a dire il contrario, priorità. Perché la città, le nostre strade e le nostre piazze, non sono solo il parco giochi delle ronde.


Paolo Camolei

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