martedì 7 aprile 2009

IL TERREMOTO ED IL PIANO CASA


Dire che il piano casa servirà alla ricostruzione dei paesi sconvolti dal terremoto dell'altra sera in Abruzzo è un po' come sostenere che un calcio nel culo è utile a curare un depresso. Ma non è questo il tempo delle polemiche. Semmai sarebbe il momento di fare tutti, in maniera responsabile, una riflessione, a proposito di case e di recuperi edilizi.
Il nostro è un paese fortemente sismico, in cui però i criteri dell'edilizia anti-terremoti sono ampiamenti disattesi. Dai privati, certo, ma anche dallo Stato, che non controlla. Si dirà: mica siamo il Giappone. No, siamo peggio del Giappone, per "qualità" sisismica. Ma in Giappone un terremoto come quello dell'altra sera non avrebbe fatto il disastro che ha fatto all'Aquila.
Invece di far costruire e ricostruire con i criteri strampalati del cosiddetto piano, il Governo farebbe bene a lanciare una grande manovra edilizia ma per incentivare la riqualificazione antisismica dell'Italia. Altro che villette più grandi del 30%: magari servirebbereo villette, e condomini, più sicuri.
Qualcuno ci penserà? Dubito. Perchè in Italia tutto quello che ha a che fare con le regole non viene considerato economicamnente produttivo. Ma tutti quei morti dell'altra sera, quelli dell'altro terremoto che colpì Abruzzo e Molise ( la scuola crollata) e i fatiscenti edifici in cui spesso mandiamo a fare educare i nostri figli (ce ne sono, di scuole fuori norma, anche nella ricca Marca Trevigiana) dovrebbero farci riflettere su quello che davvero serve e quelle che sono davvero le priorità.

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