venerdì 12 febbraio 2010

LA CONFRATERNITA DELLA PASSERA


Ogni regime ha le sue debolezze. E questo, di regime, ha la debolezza del sesso. A pagamento. Da consumare e, perché fa bello, da offrire.
L’Italia si è abituata, forse assuefatta, allo scandalo della tangente, della malapoltica, della cattiva gestione della cosa pubblica, della bustarella di provincia, della spintarella data ai poco meritevoli, giusto perché in fila prendano il posto davanti a quelli che meritano.
Chissà se noi italiani, gioiosamente disinteressarti alla moralità della politica tanto da poter stare ben contenti con un classe di governo in cui gli avvisi di garanzia e i processi superano i provvedimenti di legge che sforna, possiamo anche sbatterci di questo: ministri, presidenti del consiglio, sottosegretari, capi e capetti che fanno parlare per queste storielle da cui sembra che il consumo di sesso a pagamento sia una specie di collante tra loro, un patto di amicizia, un segno distintivo.
Più che un partito, certa gente sembra una di quelle fratellanze universitarie americane: lì gli Alfa Alfa e gli Skull and Bones, qui da noi la confraternita della passera.
Ogni regime ha il suo vizio: i petrolio, il gas, le marchette, le tangenti. Il nostro, fatto ad immagine e somiglianza della congreghe comuniste dei paesi d’oltre cortina e che pratica la religione laica del leccaculismo che vive del culto adorante del capo, ha le tette, le chiappe e tutto il resto, conquistati con il fascino del potere e dell’euro, peccatucci sempre meno gravi che andare a trans, come ha recentemente fatto intendere il nostro Presidente del Consiglio.
Più che la repubblica delle banane, quale in effetti siamo, una vera repubblica delle puttane.
Adeste fideles, la cabina elettorale ci aspetta!

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