giovedì 5 novembre 2009

DISASTRO DI VALLA', VERGOGNA DI STATO


Perchè dopo il disastro a Messina sono arrivati 60 milioni di euro e a Vallà di Riese, paese della provincia di Treviso devastato da una tromba d'aria, i cittadini sono stati abbandonati e non c'è ancora un euro di aiuti? Servono i morti, il prime time dei telegiornali o le telecamere di porta a Porta per spingere questo governo a fare le cose? Questo è il comunicato che ho diffuso oggi


UNIONE DI CENTRO
Coordinamento Provincia di Treviso


COMUNICATO STAMPA


La gente di Vallà abbandonata e trattata da cittadini di serie B. Si muovano le Istituzioni locali perché lo Stato faccia lo Stato e il governo faccia il suo dovere

Dichiarazione di Paolo Camolei, componente del coordinamento provinciale: “I cittadini veneti e trevigiani devono rimboccarsi le maniche, quelli di Catania e Roma si fanno risanare i buchi del bilancio per centinai di milioni di euro dei loro Comuni da tutto il Paese e la gente di Messina, dopo la tragedia, ha avuto la fortuna di poter contare anche sul sostegno dell’unione Europea per un intervento di oltre 60 milioni di euro, arrivati pressoché subito. E’ questo il federalismo che ci promettono da 20 anni?”





“I cittadini veneti e trevigiani devono rimboccarsi le maniche, quelli di Catania e Roma si fanno risanare i buchi del bilancio per centinai di milioni di euro dei loro Comuni da tutto il Paese e la gente di Messina, dopo la tragedia, ha avuto la fortuna di poter contare anche sul sostegno dell’unione Europea per un intervento di oltre 60 milioni di euro, arrivati pressoché subito. E’ questo il federalismo che ci promettono da 20 anni?”.
Se lo chiede Paolo Camolei, membro del coordinamento provinciale dell’Unione di Centro a proposito della mancata destinazioni di fondi a sostegno delle popolazioni di Vallà, vittime a giugno della tromba d’aria che ha devastato la località del trevigiano.
“Basta con le umiliazioni! Siamo sempre stati bravi a fare per conto nostro, ma adesso ci stanno prendendo in giro. Arrangiarsi è una buona cosa, ma non consente allo Stato italiano di fregarsene di chi vede la propria vita sconvolta a causa di una calamità naturale. Non ci sono e non ci possono essere cittadini di serie A e di serie B, chi viene aiutato e chi viene ingiustamente dimenticato. Noi trevigiani, purtroppo, siamo cittadini di seconda serie. Dove sono finiti il federalismo e la fiscalità federale contenuti nel progetto di riforma derivato dalla Bozza Calderoni? La vicenda di Vallà è la dimostrazione che quello è un federalismo falso, fumoso, inconsistente, dannoso. La prova sta nella disuguaglianza di trattamento tra Messina e la località trevigiana: alla prima è arrivato anche l’aiuto dell’Europa, alla seconda nulla, come se quei 33 milioni di euro di danni non valessero niente se non parole e giustificazioni di circostanza. E non conta il fatto che la Regione stanzierà fino a 5 milioni di euro e che anche la Provincia di Treviso faccia la sua parte: non è compito di Venezia o della Giunta Muraro quello di reperire fondi straordinari per le catastrofi, ma dello Stato centrale. Intanto noi saremo chiamati a pagare due volte, dirottando risorse del territorio, che non potranno quindi essere spese per altro, al fine di supplire alle manchevolezze del governo centrale ostaggio del finto federalismo da copertina della Lega”.
“Come Unione di Centro della provincia di Treviso non vogliamo dimenticarci delle popolazioni di Vallà né farci ubriacare dalle tante parole di giustificazione a cui, fino ad oggi, sono seguiti solo fatti sconsolanti. Piuttosto è giunto il tempo che, in maniera trasversale e con senso di responsabilità i rappresentanti istituzionali trevigiani convergano nella costituzione di una vera e propria lobby territoriale che compia fatti e che richiami il governo, i ministri veneti, il parlamento e gli eletti in questo collegio alle loro precise responsabilità. Condurremo una battaglia politica a oltranza, di sostanza, non di forma o di immagine, affinché venga fatto valere il diritto delle popolazioni di Vallà ad essere sostenute e ad essere considerate esattamente come tutti gli altri che, in circostanze similari, hanno invece potuto godere di quella presenza e vicinanza dello Stato su cui il veneto non sembra poter contare. Basta con i trevigiani che lavorano e tacciono, a solo vantaggio di una politica incapace di fare se non per se stessa: lo Stato faccia lo Stato e il governo faccia il suo dovere, anche lì dove non ci sono convenienze elettorali e non arrivano le telecamere di Porta a Porta”

Treviso, 5-11-2009

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