COORDINAMETO PROVINCIALE
UNIONE DI CENTRO
COMUNICATO STAMPA
Credito ai lavoratori in difficoltà, sì ad un confronto Provincia, parti sociali e istituti di credito del territorio
Paolo Camolei avverte: “Attenti a non pensare di uscire da una crisi da debito solo con altro debito a carico delle famiglie. Dubbi sulla possibilità di finanziare un fondo pubblico di garanzia”
“E’ giusto fare tutto quello che è possibile per sostenere le famiglie in difficoltà economica, e fare di più rispetto ad oggi. Ma quando si chiede un fondo pubblico di garanzia per il credito al consumo a rischio, perché chiesto da chi non ha più il reddito, bisogna anche dire per che cosa e come lo si finanzia, altrimenti sono le solite parole al vento”.
E’ il giudizio di Paolo Camolei, membro del coordinamento provinciale dell’Unione di Centro, rispetto alla proposta del segretario della Uil Antonio Confortin e condivisa dal Partito Democratico, sull’opportunità di creare un fondo pubblico provinciale a garanzia delle richieste di credito al consumo da parte di lavoratori disoccupati o cassaintegrati.
“Attenzione alla ricette improvvisate, non si esce da una drammatica crisi causata anche dall’eccesso del debito privato finanziando altro debito, per quanto sia condivisibile l’idea di trovare formule per gestire quelle emergenze economiche a cui famiglie che perdono il reddito possono far fronte solo attraverso un prestito. Il punto è quello di trovare equilibrio fra le preoccupazioni delle banche, che non possono trovarsi a gestire crediti che divengono inesigibili, e il bisogno di traghettare chi è impoverito attraverso questa fase complicata. Un confronto con gli istituti di credito, su modalità e criteri di erogazione da un lato e tasso di interesse d’altro, può essere una strada da percorrere e su questo credo che la Provincia debba aprire una discussione costruttiva con le parti sociali e le banche del territorio”.
“Sulla proposta del fondo pubblico di garanzia rimane comunque il nodo di come finanziare queste misure straordinarie, soprattutto in una fase che vede i bilanci degli enti pubblici fortemente penalizzati dalle regole sul rigore della spesa e la riduzione degli introiti fiscali a causa della crisi. Le belle idee rimangono tali se non si riesce a dare concretezza. Senza dimenticare che l’uscita da questa condizione di impoverimento non può avvenire attraverso la creazione generalizzata di nuovo debito, ma lavorando perché tornino le condizioni per una nuova e buona occupazione”.
Treviso, 20-9-2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento