mercoledì 10 marzo 2010

GLI AVVERTIMENTI MAFIOSI A UNICREDIT


Credo che molti di voi oggi ( i trevigiani, alemno) abbiano letto gli articoli sui giornali locali relativi all'attacco di zaia a Unicredit.
Sono di corsa, quindi per commentare vi posto il comunicato stampa che ho mandato oggi agli organi di informazione




COMUNICATO STAMPA




Attacco di Zaia alle banche, risponde Paolo Camolei
"Unicredit, dalla Lega avvertimenti mafiosi e di regime"
"Sanno solo mettere contro, è una cultura distruttiva che atteggiamento politicamente sconcio che manda ai nostri imprenditori in difficoltà un messaggio profondamente sbagliato"



"Quelli di Zaia a Unicredit sono avvertimenti mafiosi formulati con la grammatica arrogante del regime".
Lo ha detto oggi Paolo Camolei, candidato nelle liste dell'Unione di Centro alle prossime elezioni regionali.
"La Lega sa solo mettere contro - ha attaccato Camolei - italiani contro stranieri, lavoratori autonomi contro dipendenti, dialetto contro inglese, adesso anche artigiani e piccoli imprenditori contro questa o quella banca. Ho gli incubi a pensare che questa cultura distruttiva, che coltiva il tanto peggio tanto meglio a scopo elettorale, diventi cultura di governo nella nostra regione".
"Rispetto alla stretta del credito - ha proseguito il candidato dell'Udc - le banche hanno certamente responsabilità: non si può prima dare dosi sempre più alte di debito e poi chiudere i rubinetti di colpo. Ma quello che fa Zaia è politicamente sconcio e manda un segnale profondamente sbagliato alle imprese: invece di lanciare questi velati appelli al boicottaggio, bisogna piuttosto insegnare come comportarsi rispetto ai nuovi scenari bancari. Agli imprenditori serve capire come tirare avanti e come adattarsi alle nuove condizioni del mercato, non farsi dare in mano un mattone da tirare contro la vetrina di una filiale".
"Quanto alle Olimpiadi e all'appoggio di Unicredit alla candidatura di Roma - ha concluso Camolei - è chiaro che la Lega ne fa una demagogica ossessione mediatica. A tutti piacerebbe vedere i giochi dei cinque cerchi nel Veneto, ma sono sicuro che alle famiglie trevigiane prema di più sapere di potere tornare a vivere con serenità invece che tirare a campare in mezzo alla crisi del lavoro".

martedì 2 marzo 2010

IL PEGGIO DEL PEGGIO


Ingenui, se pensate che il casino della lista Polverini in Lazio, che ha affossato il candidato del centrodestra, sia solo il frutto della stupidità di un bamboccione della libertà, distrattosi con un panino galeotto al bar.
La promessa è stata mantenuta: la faremo pagare a Fini. Come? Creandogli il vuoto intorno.
L’unico contributo (non a caso di qualità, per una volta il centrodestra presentava un candidato con uno straccio di consapevolezza sociale, un po’ di buon senso e non la solita faccia bella) che Fini ha dato se lo sono bruciati.
Che cosa c’è dietro lo capiremo solo nei prossimi giorni. L’esclusione della Polverini (sui guai di Formigoni non mi esprimo, quella storia puzza meno di congiura) è la Sarajevo che serve all’imperatore per scatenare una resa dei conti.
La figura, in sé, è pessima. Ed è un peccato: Renata Polverini componeva, con la Bonino, una ottima coppia di candidate. Non solo donne, ma soprattutto brave. E solo l’insulsaggine della Rai avrebbe privato noi, ma soprattutto gli elettori del Lazio, di una bella contesa alla televisione pubblica.
Adesso invece di gustarci la supersfida Bonino-Polverini ci toccherà goderci il day after del centrodestra in questa sfrenata e autodistruttiva corsa alla demolizione di tutto quello che non serve a fare gli interessi di uno contrapposti alle speranze di tutti. E meno male che a Roma, nei palazzi governativi, non è venuta la voglia di usare il solito strumento stragista della norma e della legalità, con una di quelle leggine che piacciono tanto e che sanano in un battibaleno che sembra un colpo di stato le sozzerie della peggiore politica del vecchio continente.
Gli esperimenti di un centrodestra diverso, con un centro forte e ben rappresentato, se ne vanno alla malora. E’ in salute solo l’alleanza tra Pdl e Lega, cioè il peggio che l’elettorato moderato si vede presentare, ma che non è, vivaddio, costretto a sorbirsi per forza.

lunedì 1 marzo 2010

HANNO PAURA, PER QUESTO IMBAVAGLIANO L'INFORMAZIONE


Beccatevi questa: http://www.corriere.it/politica/10_marzo_01/cda-rai-stop-talk-show_b7dd4ca2-252a-11df-98c5-00144f02aabe.shtml

Ovvero dobbiamo essere tutti consapevoli che il potere non vuole che di politica si parli e si discuta. Ma che campagna elettorale è senza talk show? Una campagna di regime.
Mettiamola così: la gente è preoccupata, tanti sono senza lavoro, più poveri. Ci chiediamo che cosa stia succedendo ma soprattutto che cosa stanno facendo "quelli" che hanno vinto le ultime elezioni. E' troppo, chiedere? Sì. Chiedere e sapere è troppo per il regime padano-berlusconiano. Loro, che hanno in mano tutto e possono fare dell'informazione (ma non nella rete) quello che vogliono, imbavagliano la verità, la discussione, la contrapposizione delle idee. Non sia mai che qualcuno, deluso da Berlusconi che si fa gli affari suoi e dalla Lega che si fa i propri ( e i nostri?)possa cambiare idea.
E allora sotto con la campagna elettorale degli spot, dove vince chi racconta la balla più colossale, fa la promessa più audace, ovviamente da non mantenere. Dove, soprattutto, vince chi ha più soldi. Che nel nostro caso corrisponde a chi ha meno interesse a confrontarsi con gli altri.

E questi sarebbero quelli del popolo della libertà?